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Il nuovo Basso "Con Contador creo talenti per il futuro"

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Intervista di Marisa Poli, Gazzetta Dello Sport

 

 

Un giovane — Matteo Moschetti — già passato alla Trek Segafredo-Zanetti, altri due osservati speciali. E l’ingaggio di Alessandro Fancellu, bronzo ai Mondiali juniores. Ivan Basso è appena tornato da Pinto, la cittadina della comunità autonoma di Madrid dove è cresciuto l’amico storico Alberto Contador e dove ha base il servizio corse della Polartec-Kometa. "Una vera e propria sede, in due sale c’è la storia ciclistica mia e di Alberto, con trofei, maglie e bici. Non solo un magazzino". Il primo raduno del 2019 è avviato, giovedì e venerdì con i pro, sabato con gli juniores e l’under 23. "Ho la responsabilità del progetto globale, in una realtà in cui porto tutta la mia esperienza di tanti anni da professionista. Con Contador c’è un’amicizia che va al di là della professione. Abbiamo vissuto anni bellissimi, ora stiamo cercando di portare avanti questo progetto che ci piace molto".

 

 

Come sta andando la nuova vita da dirigente ?

"Mi piace tantissimo, questa è una creatura nata da me e Alberto. Abbiamo unito le nostre esperienze per far crescere il progetto".

 

 

Quali sono le novità ?

"Abbiamo alzato il numero degli italiani, ora sono sei. La natura del team è internazionale, ma Italia e Spagna sono i bacini più importanti. Noi vogliamo cercare di scoprire altri talenti, di trovare altri Moschetti da dare alla Trek-Segafredo. Alessio Acco e Alessandro Fancellu correranno con i dilettanti. Michele Gazzoli, uno dei più talentosi, sarà nella Continental. Sono convinto che possa prendere l’eredità di Moschetti".

 

 

Che futuro vede per Moschetti ?

«E’ andato fortissimo, sta facendo cose incredibili, è un talento che per i prossimi 10 anni dà garanzie al ciclismo italiano».

 

 

Che cosa si aspetta da Fancellu ?

"Prima di tutto che finisca la scuola bene. Abbiamo visto che gli atleti che hanno un ottimo rendimento a scuola, hanno un ottimo rendimento anche in bici".

 

 

Qual è il suo ruolo ?

"Coordino le persone, con Alberto abbiamo scelto i collaboratori, abbiamo una rete di scout in giro per il mondo. Sono presente quando serve. Alla parte amministrativa c’è Fran, il fratello di Alberto. Delego molto, in questi giorni ho incontrato uno per uno gli atleti, cerco di dare una linea comune".

 

 

Come si crescono i talenti ?

"Dipende dall’età. Bisogna essere bravi a non bruciarli. Il talento viene fuori naturalmente se sei capace di fargli fare il percorso giusto. La mia idea è che un giovane di 20 anni che deve imparare il mestiere, deve mettersi al servizio degli altri. Non puoi crescere dei corridori egoisti".

 

 

Che programmi avete per la prossima stagione ?

"Non lo abbiamo ancora deciso. Ma sarà simile a quello dell’anno scorso. Faremo le gare di categoria continentale, ogni tanto nel World Tour con la Valenciana, la Rodas".

 

 

Sagan alla vigilia del Mondiale ha dichiarato che questo ciclismo è noioso. E’ d’accordo ?

"Per me criticare è sempre complicato, rispetto molto i miei ex colleghi. So quanta fatica si fa anche per restare nel gruppo e quando sento in tv ex ciclisti che dicono : non attacca, è sempre a ruota, non mi piace. Come se non sapessero di quanto si è alzato il livello. Sky ha uomini in squadra che lavorano per il leader e che da soli sarebbero da podio".

 

 

Che cosa si può fare ?

"Non penso a una riforma troppo pesante. Mi piace l’introduzione di tappe corte, di strappi particolari, dello sterrato, del pavè. Stravolgere tutto però non mi piace, bisogna rispettare la storia del ciclismo. Rispetto l’idea di Peter, ma cambiamenti troppo profondi non portano a risultati secondo me".

 

 

 

 

@IBdailyblog

 



29/10/2018
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