Squadra
David Martín passa ai ranghi professionali con Eolo-Kometa Cycling Team
Sito ufficiale Eolo-Kometa Cycling Team
Il sivigliano David Martín Romero è la seconda incorporazione dell’Eolo-Kometa Cycling Team per le prossime due stagioni. Il corridore di Mairena de Aljarafe, con un profilo da velocista, proviene dalla struttura u23 della Fondazione Contador, in cui ha gareggiato nelle ultime due stagioni sotto Rafa Díaz Justo. Martín (19 febbraio 1999) fa il salto dopo essere stato uno dei piloti più eccezionali della categoria nella scena spagnola, sostenuto da quattro vittorie e diverse altre posizioni notevoli.
"Ancora oggi non riesco a crederci, ci penso e mi viene ancora la pelle d’oca. È una sensazione unica e magica. È qualcosa che aspettavo da quando ero piccolo. È un sogno che ho avuto da quando ho iniziato ad andare in mountain bike", descrive un Martín felice. "La strada per arrivare qui è molto dura. Per me e la mia famiglia raggiungere la professionalità è un risultato molto importante. Senza di loro non sarebbe stato possibile. Naturalmente anche senza tutti i miei compagni di squadra che mi hanno sostenuto nel corso degli anni, e soprattutto i miei compagni di squadra in questa stagione. Questa stagione 2021 è stata forse la più bella che ho vissuto nella categoria U23. È stato perché abbiamo fatto cose molto belle, ma soprattutto perché ci siamo fatti molti amici tra i miei compagni di squadra. Molti di loro sono come una famiglia per me. Questa opportunità non sarebbe stata possibile senza l’aiuto della mia famiglia e dei miei amici, anche loro fanno parte di questo sogno che si sta realizzando ed è per questo che voglio che partecipino approfittando di questa opportunità, non al 100%, ma al 110%".
Nel 2021, quattro trionfi. Due di loro, Valladolid e Ontur, nella Coppa di Ciclismo spagnolo Élite e U23. E una moltitudine di opposti molto buoni durante tutta la campagna. "David è un corridore molto interessante", dice il team manager della squadra U23 Rafa Díaz Justo. "È un ciclista molto veloce, ma soprattutto quello che sia Carlos Barredo che io pensiamo è che ha ancora molta strada da fare. È un velocista puro capace di superare certe montagne con relativa facilità. Quali montagne? Questo deve essere perfezionato nei professionisti, che è un universo totalmente diverso a quei livelli. Ma non dobbiamo confonderci con lui, non è un ciclista con un profilo da scalatore. Prima che David arrivasse alla Fondazione, lo stavamo osservando da un po’ di tempo. Aveva già fatto alcuni posti in gare importanti, ma ciò che mi ha impressionato soprattutto è stata la sua capacità di recuperare terreno in un momento di tifosi in una zona collinare che abbiamo vissuto in una tappa di una Vuelta a Palencia. Era uno spettacolo vederlo cavalcare tra i gruppi, con quale gas. Quello stesso giorno ho chiamato Barredo per dirgli che c’era un corridore David, che mi aveva lasciato senza parole".
L’andaluso ha iniziato la sua carriera ciclistica in mountain bike, una modalità in cui ha vinto la finale assoluta degli Open di Spagna nella categoria cadetti, così come il secondo posto nazionale. Dal 2019 si è concentrato sul ciclismo su strada con il Team Extremadura. Due stagioni dopo, si è unito alla squadra U23 della Fondazione Contador. "Non dimenticherò mai il momento in cui mi hanno detto che mi volevano per l’Eolo-Kometa Cycling Team. Ricordo ogni momento, ogni dettaglio: stavo camminando per strada con la mia ragazza quando Ivan Basso mi ha chiamato per dirmi che mi volevano. Ho cominciato a tremare e mi sono venute anche delle lacrime agli occhi. Non potevo crederci. Poi Fran Contador mi ha chiamato per dirmi che contavano su di me, che non era uno scherzo, e allora ci ho creduto davvero". Martin era stato uno dei tre corridori scelti per formare come stagiaires durante la seconda parte della stagione, ma purtroppo il suo debutto non poteva materializzarsi né nel circuito di Gexto, dove la sua presenza era prevista, né nel Gran Piemonte. "È stata forse la cosa peggiore di questa stagione, l’unico ma che posso dire dell’anno. Mi sarebbe piaciuto fare il mio debutto, ma prima a causa del COVID-19 e poi a causa di una caduta nella Ronde de l’Isard che ha causato una crepa nel raggio del mio braccio sinistro, non è stato possibile. Questo sport è così. Quando succedono questi inconvenienti, l’unica cosa che resta da fare è affrontarli e andare avanti; non c’è altro da fare".
Martín Romero ha seguito da vicino gli sviluppi sportivi dell’Eolo-Kometa Cycling Team e ha apprezzato molto lo sviluppo della loro stagione. "Vista da lontano, la stagione del ProTeam è stata notevole. La prima stagione nella categoria e ci sono state importanti vittorie. Basterebbe la vittoria di Lorenzo Fortunato al Giro d’Italia. Ma c’è anche la grande stagione di Vincenzo Albanese, per esempio. Dall’esterno, è stato possibile vedere come una squadra che in teoria è una squadra minore ha messo paura alle grandi squadre. E questo deve essere apprezzato e rispettato". Il secondo acquisto della squadra per il 2022 si distingue anche per la sua disciplina e la sua capacità di lavoro, alternando nelle stagioni passate la competizione con il suo lavoro in un negozio nella città di Bormujos. "Mi piacerebbe correre la Parigi-Roubaix un giorno. E naturalmente per vincere. Sarebbe un sogno che si avvera", ha detto il giorno in cui è stato annunciato il suo arrivo alla squadra U23. David Martin si unisce a Diego Rosa nella trama delle novità del secondo progetto ProTeam dell’Eolo-Kometa Cycling Team.
@IBdailyblog
Sulle strade della Eolo-Kometa Cycling Team, stagione 2021
Tutte le meravigliose emozioni del 2021 con la Eolo-Kometa Cycling Team / All the wonderful emotions of 2021 with the Eolo-Kometa Cycling Team / Todas las maravillosas emociones de 2021 con el Eolo-Kometa Cycling Team / Toutes les merveilleuses émotions de 2021 avec la Eolo-Kometa Cycling Team
@IBdailyblog
Un anno di Eolo-Kometa, facciamo i conti con Ivan Basso
- Ivan, come dici tu questi successi, anche se ottenuti pochi mesi fa, appartengono al passato. Facciamo quindi un resoconto di quest’anno.
Il nostro bilancio è estremamente positivo. Non tanto per le belle vittorie, che chiaramente ci fanno tanto piacere, quanto perché abbiamo corso con personalità, con una mentalità giusta. Ci siamo sempre fatti vedere, la gente ha imparato a riconoscersi. Anzi adesso non siamo più la squadra di Basso e Contador, siamo la Eolo-Kometa, quella dei nostri migliori corridori. E questo ci riempie d’orgoglio.
- C’era il rischio in effetti che le vostre figure potessero oscurare o mettere in soggezione i vostri ragazzi. Ed invece com’è andata?
Molto semplicemente. Ci siamo dimenticati di essere stati corridori, senza fare paragoni con i nostri tempi. Se necessario sia io che Alberto abbiamo cercato di parlare poco e farci capire. Abbiamo detto solo le cose che servivano in quel momento. Questa è la ricetta giusta. Ma prima di tutto questo, alla base abbiamo un grande staff tecnico.
- Nomi importanti in ammiraglia.
- Qualcuno invece che non mantenuto le aspettative?
Vale l’ultima frase che ho detto. Ad esempio avremo cinque corridori in uscita (si vocifera Pacioni e Wackermann, oltre a Belletti che si ritira, ndr) e a tal proposito faccio anche un po’ di autocritica. Perché se qualche atleta non ha saputo rendere al meglio, e tu società non lo riconfermi, non è detto che sia solo responsabilità sua ma anche mia, nostra. Così come vanno divisi i meriti quando un ragazzo va forte. È un po’ come a scuola quando uno studente non va bene con alcuni professori rispetto con altri.
- Se ti facciamo i nomi di Ravasi e Fancellu cosa ci dici?
Edward lo abbiamo confermato perché crediamo possa ritornare il corridore che era da giovane e che ha corso per tanti anni nel WorldTour (sei anni tra Lampre e UAE, ndr). Deve capire che aver fatto un passo indietro può fargli bene e portarlo a farne due in avanti. Alessandro invece è stato alle prese con problemi fisici, sfortune e incidenti in allenamento. Dobbiamo recuperarlo totalmente e siamo molto fiduciosi in lui.
- Cinque corridori in uscita. Altrettanto in entrata? Rosa è ufficiale, poi si parla di Maestri, Lonardi, Bevilacqua.
Quello di Diego ritengo che sia un ottimo ingaggio. Gli ho parlato di obiettivi raggiungibili, alla sua portata. Potrà fare molto bene. Sugli altri nomi che hai fatto c’è qualcosina di vero, ma mancano le ufficialità. Posso dirti però che Alex Martin (21enne spagnolo, ndr) verrà promosso in prima squadra dalla formazione della Fondazione Contador, il nostro serbatoio. Poi nello staff integreremo Biagio Conte come diesse, Samuel Marangoni tra i preparatori atletici e Nicola Magnabosco tra i meccanici.
- E per te come va in queste vesti?
Personalmente mi trovo molto bene in questo ruolo. Adesso ho più saggezza. Correre in bici e fare il dirigente sono due mestieri totalmente diversi.
- Il vostro progetto è tra quelli più in luce.
Bisogna dire che non è stato semplice allestire una professional in questo momento storico. I nostri sponsor hanno creduto in noi e stanno rendendo tutto possibile. Anzi pensate che tutti, a contratti già firmati, hanno rinnovato l’impegno aumentando per il 2022 il budget del 30 per cento per migliorare la nostra struttura. Dagli stipendi di tutte le figure ai materiali. Abbiamo un’ottima capacità di amministrare e gestire i fondi ed il merito è di Fran Contador.
- Siete una società ambiziosa. Qualcuno dice che potreste essere la prima squadra italiana a prendere la licenza WorldTour.
Abbiamo l’aspirazione di crescere, chi non ce l’ha? Abbiamo le capacità, ma andiamo con calma. Prima di fare un ulteriore salto di categoria bisogna avere la struttura adeguata, ancora prima dei soldi. Ci vogliono progettualità, pazienza e anche la mentalità giusta. Preferisco fare una squadra professional per tanti anni piuttosto che continuare a sognare di fare la WorldTour senza avere i mezzi. In questo devo dire che ammiro tanto sia Savio che Reverberi, che ogni tanto sento per confrontarmi con loro, che sono sulla scena da più di trent’anni e sono diventate squadre che scoprono e lanciano talenti. Ecco, noi preferiamo così, anche perché abbiamo un bel programma giovanile, con la nostra formazione under 23 di 17 atleti (di cui 7 italiani) e una filiera con una squadra junior. Al momento stiamo bene così. Aspettiamo il calendario delle gare per organizzarci. Faremo correre tutti i nostri ragazzi e ci faremo vedere ancora più di quest’anno.
@IBdailyblog
Diego Rosa, il primo acquisto della Eolo-Kometa Cycling Team 2022
Casa Eolo: "Così costruiamo le nostre vittorie"

Il Giro di Alberto
Articolo di Matteo Pirelli, Gazzetta Dello Sport
"Sono più nervoso di quando correvo... Se vince Fortunato, vadoda Pinto a Milano, 1600 chilometri, in bici. Capito?". Era lo scorso 22 maggio, tappa dello Zoncolan al Giro d’Italia. Le immagini in cui Alberto Contador da casa "spinge" Lorenzo Fortunato all’impresa su una delle salite più affascinanti della Corsa Rosa sono diventate presto virali. Del resto, quella è stata una giornata storica per il team Eolo-Kometa del Pistolero e di Ivan Basso, il progetto più moderno del ciclismo italiano, che in quella occasione conquistò il primo successo. Che, per prestigio e modalità (in fuga dal chilometro 12 e solitario all’arrivo), resterà una pietra miliare nella carriera "manageriale" dei due ex campioni. E quella vittoria fu anche prevista da Basso che al mattino, prima della partenza,aveva detto che Fortunato avrebbe potuto vincere. Detto e fatto.
Restava da mantenere quella promessa. E il Pistolero è stato di parola. Lunedì, assieme al suo gruppo di nove amici della Aurum Bike Travel, è salito in bici e si è messo in marcia verso Milano. Sei tappe, da Madrid al capoluogo lombardo, due frontiere da superare, e1600 chilometri in totale per un dislivello complessivo di circa 5000 metri. "È una cosa nata un po’ per gioco - racconta Ivan Basso, re di due Giri d’Italia, nel 2006 e 2010, anno in cui vinse una tappa proprio sullo Zoncolan -. Tra me e Alberto c’è grande complicità, io gli dò una mano sulla parte legata alle bici e lui sulle questioni relative alla squadra. Il nostro obiettivo al Giro era ambizioso per una squadra Professional e giovane come la nostra: vincere una tappa. Con Alberto ci sentivamo tre-quattro volte al giorno, lui non poteva venire di persona perché aveva il Covid e così ha fatto il tifo da casa, con quel famoso video che ha fatto il giro del mondo. Come s’è visto e rivisto, non stava nella pelle...".
Il percorso Subito dopo lo Zonzolan, Contador ha cominciato a pianificare il viaggio per mantenere la promessa. E lunedì, appunto, si è messo in marcia. Un viaggio anche di piacere per uno che dà le bici alla squadra col suo marchio Aurum e si mantiene in forma pedalando quasi tutti i giorni. "Sono un gruppo molto organizzato - continua Basso -. Hanno al seguito una vettura per ogni esigenza e hanno pianificato tutto, dagli hotel ai posti dove fermarsi. Le gambe a Milano saranno pesanti, perché il percorso è molto impegnativo viste anche le tante montagne da passare. Ma è tutta gente preparata".
Nel frattempo le prime due tappe sono state già portate a termine: lunedì la Madrid-Saragozza, 368 chilometri coperti in 10 ore e 39 minuti che non hanno affaticato Contador: "È stato uno dei giorni più belli che ho trascorso in bicicletta - il messaggio sui social del madrileno - , bella tappa affrontata con tanti amici: anche se può sembrare sorprendente, ci è sembrata corta e veloce. E continuiamo con lo stesso entusiasmo la nostra Madrid-Milano".
Ieri, invece, è stata la volta della Saragozza-La Seul d’Urgell (275,9 chilometri), non lontano da Andorra. Da dove si ripartirà oggi per poi arrivare a Montpellier dopo 315 chilometri (la tappa più lunga di questa pedalata) dopo aver attraversato la frontiera Spagna-Francia sui Pirenei. E domani, a far compagnia a Contador e amici, arriverà proprio Ivan Basso. "Raggiungerò il gruppo a Gap in serata - dice ancora il varesino - e farò le ultime due tappe assieme a loro. Sarò alla coppa Sabatini con la squadra e la sera dalla Toscana partirò verso la Francia. È l’occasione per stare assieme, mantenersi in forma e pianificare le ultime corse della stagione".
Da corridore, Basso non ha mai fatto promesse, voti o cose del genere. Pedalava e basta. Ma da quando è sull’ammiraglia il suo pensiero è cambiato. E gli orizzonti si sono allargati. Ed ecco che arriva la "proposta indecente". "Facciamo così - chiude Ivan -. Se al prossimo Giro d’Italia con la Eolo-Kometa vinceremo due tappe, migliorando il risultato di quest’anno, farò come Alberto ma sul percorso opposto. Da Milano a Madrid in sei tappe". La sfida è lanciata.
@IBdailyblog
Fortunato sulle tracce di Basso. Ivan racconta…
Dopo l’intervista con Lorenzo Fortunato e quel che ci ha detto ci è venuto in mente il suo team manager Ivan Basso quando era lui ad essere un giovane corridore in rampa di lancio. La sua voglia, le sue aspettative, i metodi di lavoro… E cosa abbiamo fatto? Abbiamo chiamato il due volte vincitore del Giro!