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Ivan Basso Daily Blog

Progetto sicurezza


Il ciclismo e la sua strada con Ivan Basso e Davide Cassani

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Articolo di Stefano Cantalupi, Gazzetta.it

 

 

"Quand’ero ragazzo e vedevo un ciclista col casco in testa, lo guardavo in un modo strano, perché era un’eccezione. Oggi mi succede la stessa cosa quando ne incontro uno senza casco… è tutta questione di abitudine, è su questo che dobbiamo lavorare". Davide Cassani, ospite ieri sera dell’Associazione culturale Sport Inzago, è una miniera di storie e aneddoti, quando si parla di bicicletta. E ha attinto alla sua lunga esperienza per parlare della sicurezza dei ciclisti, argomento che gli sta particolarmente a cuore.

 

Insieme a lui, davanti al numeroso e attento pubblico radunato al teatro Nuovo Giglio, c’era Ivan Basso, altrettanto impegnato sul fronte dell’educazione di chi utilizza le strade, indipendentemente dalla veste del momento: ciclista, pedone, motociclista, automobilista. Perché le cifre dei morti in bici fanno ancora paura: 219 all’ultimo conteggio nel 2018, "una lieve diminuzione rispetto al 2017 che non deve farci illudere né tranquillizzare, perché nessuna vittima è accettabile – avverte il c.t. della Nazionale -. A Oslo, per esempio, c’è stato un solo decesso nello stesso periodo, non c’è paragone".

 

Basso, chiusa la carriera agonistica, ha scelto di concentrare la sua attenzione su due fronti principali: oggi è team manager della Kometa-Xstra, squadra che gestisce insieme ad Alberto Contador, e presidente del Conass, il Comitato nazionale per la sicurezza stradale. Gira per le scuole, questo sarà il quarto anno di attività: circa 3000 giovani sono stati educati ai rischi che si corrono sulle due ruote, partendo dal concetto che "la strada è di tutti". "Parliamo in modo diverso a bimbi delle elementari, ragazzini delle medie e giovani delle superiori – spiega il due volte vincitore del Giro d’Italia -. Nei licei, dove ci sono gli adulti di domani, mostriamo cosa succede quando ci si distrae. Perché basta qualche secondo, magari con lo sguardo fisso sullo smartphone, per allungare una frenata di 20, 30, 60 metri". L’iniziativa di Ivan ha portato alla realizzazione di 140 cartelli con 10 regole da rispettare per i ciclisti: a Gallarate, in provincia di Varese, sono sparsi per le vie, perché l’amministrazione comunale ha sposato il progetto. "Ci sono due problemi – racconta Ivan -: il primo è di fondi, non si costruisce una pista ciclabile dall’oggi al domani, quindi intanto bisogna premere forte sul tasto dell’educazione. Il secondo riguarda il tempo, non posso girare per tutta l’Italia, riesco appena a coprire il mio territorio. Ma qui ho avuto una splendida sorpresa: alcuni miei colleghi vengono a imparare il nostro metodo e potranno diffonderlo nei luoghi a loro vicini, contribuendo a questo contagio culturale".

 

Cassani, la cui carriera da agonista è terminata proprio per i postumi di un investimento in bici, è attivo in una serie di progetti con la Federciclo sul tema. Più di tutto, però, vale la sua esperienza di vita: "Se non tengo stretto il manubrio o non mi vesto in modo adeguato, cado di sella perfino io come un pollo, cosa credete… non molto tempo fa una sbandata per il vento mi ha trovato impreparato e sono finito al pronto soccorso". Come Basso, Davide diffonde un decalogo per ciclisti e automobilisti, con regole semplici ed efficaci: non suonare il clacson al ciclista, segnalare i cambi di direzione, c’è addirittura un modo corretto di aprire la portiera dell’auto per non rischiare di urtare una bici in arrivo. "Ma la cosa davvero essenziale è mettersi nei panni dell’altro, pensare sempre a cosa potrebbe fare chi abbiamo di fronte, indipendentemente da chi ha ragione o da chi aveva la precedenza. Non si scherza, c’è in ballo la vita". Che si può preservare anche con scelte accurate di equipaggiamento: "Quando regaliamo una bici a qualcuno, occorre fare uno sforzo in più e dotarla di ciò che aiuta a evitare incidenti: luce e un piccolo radar che segnali la presenza di veicoli in arrivo alle spalle. E vestiamoci con colori fluo, non di nero. Facciamoci vedere, soprattutto quando è buio".

L’esperienza di Cassani e Basso testimonia quanto all’estero molti Paesi siano avanti rispetto all’Italia. "Da noi il Codice della strada (che ancora deve varare le nuove regole come la distanza minima di 1,5 metri da auto e bici, ndr) parla di ‘velocipede’ invece che di ‘bicicletta’ – rileva il c.t. -. Va aggiornato, reso moderno e attuale. E le strade siano dotate di una banda sonora che delimiti lo spazio di auto e bici, avvisando chi inavvertitamente sta sconfinando dove non dovrebbe". Gustoso il siparietto finale. "La bici è sana e deve essere usata dai ragazzi per andare a scuola nei mesi meno freddi – dice Basso -. Per i giovani sia un divertimento, anche per quelli che iniziano a fare le prime gare. Siano lasciati liberi da misuratori di valori, c’è troppa fretta, frenesia di arrivare. Altrimenti le strade saranno pericolose ancora a lungo, inducendo i genitori a scegliere un altro sport per i loro figli". "… e impedendomi di vincere questo benedetto Mondiale", chiosa Cassani.

 

 

 

 

 

 

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01/02/2020
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Sicurezza : Quasi 3000 giovani educati in tre anni "E il casco sia obbligatorio"

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Articolo di Luca Gialanella (Gazzetta Dello Sport)

 

 

La terza vita di Ivan Basso è da ambasciatore della sicurezza. Due volte re del Giro, team manager della Kometa-Xstra, la formazione Continental che gestisce con Alberto Contador. Ma da tre anni il varesino è l’anima della lotta per pedalare in sicurezza. "Educazione e prevenzione questi sono i nostri principi, ma ci vuole tempo, non è qualcosa che puoi fare oggi e avere risultati domani mattina. La vita di oggi ci porta a essere tutti molto più stressati, insofferenti. Non abbiamo tempo, non aspettiamo più un secondo, vogliamo tutto subito. C’è meno tolleranza, e questo nostro comportamento si riflette in strada", spiega.

Parte tutto da Gallarate (Varese). Basso, che vive a Cassano Magnago, poco lontano, e il vicesindaco Francesca Caruso, che è anche assessore alla sicurezza, decidono di dare una svolta dopo tre incidenti mortali di ciclisti. Il comune diventa centro di una rete che si allarga a livello nazionale, l’idea conquista l’Aci (l’Automobile club), nasce "Rispettiamoci" lanciato al Giro, e poi Conass, il comitato nazionale per la sicurezza stradale con Basso presidente. In tre anni, a costo zero perché tutta l’iniziativa è coperta da uno sponsor, a Gallarate spuntano 140 cartelli stradali con dieci regole da rispettare per ciclisti, automobilisti e pedoni. "Il nostro slogan è “La strada è di tutti”. Il progetto è stato premiato dal Fondo vittime della strada, poi dall’Anci (l’associazione dei comuni) come miglior programma nazionale e dalla Regione Lombardia. Non mi ritengo un esperto, alla fine resto un ex ciclista, papà di quattro figli e rappresento 38 corridori del mio gruppo: mi impegno per ciò in cui credo. E adesso non siamo più noi ad andare nelle scuole, ma sono loro che ci chiamano".

 

 

- Basso, come si sente in questo ruolo ?

 

Abbiamo toccato in tre anni quasi tremila giovani, dalle elementari alle superiori. All’inizio i genitori non ne volevano sapere di mandare i figli in bici, “tanto traffico, abbiamo paura”. “Avete ragione, ma dobbiamo provarci tutti insieme”, rispondevo. I cambiamenti culturali hanno bisogno di tempo, non bastano tabelle e grafici.

 

 

- Tre anni, e tre categorie di cartelli, con le norme di comportamento rivolte a ciclisti, automobilisti e adesso pedoni.

 

Ma siamo sempre noi, siamo le stesse persone. Il pedone è ciclista, e l’automobilista va anche in bici. Metti in testa questi principi, bisogna martellare sul cambiamento culturale. Così come è stato fondamentale il sostegno dell’Aci: per la prima volta, l’associazione degli automobilisti sostiene un progetto per la difesa dei ciclisti.

 

 

- Come si articolano le campagne per i giovani ?

 

Ai bimbi delle elementari facciamo educazione stradale come un gioco, con i colori verde e rosso. Con quelli più grandi andiamo su un percorso esterno, con strisce pedonali, stop, semafori e alla fine diamo un patentino di sicurezza. Nei licei, dove abbiamo giovani che stanno prendendo la patente di guida, facciamo vedere anche immagini shock degli incidenti. Come avvengono, come sono le bici dopo uno scontro. I più grandi si immedesimano, riconoscono le strade, e il punto di

vista cambia.

 


- Nel 2018 ci sono stati 219 ciclisti morti sulle strade e 17mila incidenti. Se dovesse scegliere una sola norma ?

 

Renderei il casco obbligatorio, dovunque. Dalle donne ai bambini. Andiamo in giro scoperti, cadi, batti la testa, è un attimo. È il primo punto sul quale lavorare, e su questi aspetti di sicurezza come Conass abbiamo il sostegno anche della Fia (la federazione dell’automobile) presieduta da Jean Todt. Anzi, faccio un appello : per Natale, se volete regalare ai vostri figli una bicicletta, per prima cosa comprate un casco, e poi le luci.

 

 

 

 

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28/11/2019
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Tre modi di dire sicurezza e Ivan Basso sarà ambasciatore

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Articolo di Luca Gialanella, Gazzetta Dello Sport

 

 

Tre modi di dire sicurezza. Storica sala consiliare di Faenza, sulla meravigliosa Piazza del Popolo. È il Giorno della Scorta, l’iniziativa che accende i riflettori su chi si dedica senza clamori alla difesa di un ciclismo sempre più sicuro.

 

IL MANAGER È la sicurezza di Gianni Bugno, presidente mondiale dei corridori, applauditissimo come una star. "In Italia dobbiamo dire grazie a Rcs Sport (organizzatrice di Giro, Sanremo, Lombardia, etc), che è stata troppo spesso criticata ingiustamente, e invece sta facendo ottime cose. Ha fatto sistema, penso per esempio a come Mauro Vegni con la Polstrada ha salvato la Sanremo del 2013 dalla neve. Io non vado in bici, ma a piedi. Sulle piste ciclabili non c’è educazione, trovi passeggini e pedoni, e io, lì in bici, divento un pericolo per me stesso e per gli altri. Vorrei che per i ciclisti ci fosse la stessa attenzione data ai pedoni sulle strisce pedonali. Il ciclista ha il diritto di stare sulla strada, ma siamo tutti troppo disattenti in auto, tra telefonini, radio e altro".

 

IL CAMPIONE È la sicurezza di Ivan Basso, accompagnato da Francesca Caruso, assessore Trasporti e sicurezza del comune varesino di Gallarate : da due anni, stanno portando avanti un programma innovativo, e premiato, di sicurezza stradale : "Usa la bici in sicurezza". "Dieci comandamenti semplici, prima rivolti ai ciclisti e adesso anche agli automobilisti. Venite a Gallarate a vedere quanti cartelli abbiamo messo. La nostra è una terra di ciclisti, e l’obiettivo è convincere la gente ad andare ancora di più in bici, non a frenarla. Dieci regole, tipo le cose che non facevo bene io quando pedalavo : come non rispettare i semafori o non dare la precedenza. Educhiamo noi per primi a rispettare le regole". Basso è stato nominato Ambasciatore della sicurezza.

 

IL DIRIGENTE È la sicurezza di Raffaele Babini, direttore di corsa di Rcs Sport, insignito del Premio sicurezza. Da comandante della polizia municipale di Solarolo al ciclismo, sempre con modi vincenti per pedalare sicuri. "La direzione di corsa è una cabina di regia, e in Italia non siamo secondi a nessuno nel mondo".

 

 

 

 

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26/11/2018
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Giorno della Scorta. Ivan Basso nominato ambasciatore della sicurezza

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Di Paolo Broggi (Tuttobiciweb), dalla brochure de Il Giorno della Scorta

 

 

Per il suo passato di Campione ed oggi per la sua umiltà nel mettersi  al servizio della sicurezza dei ciclisti, è quindi con piacere che il G.S. Progetti Scorta, ha deciso di nominare  Ivan Basso "Ambasciatore della Sicurezza" per l’anno 2019.

Ha smesso di pedalare nel 2015 ma non si è mai fermato e il ciclismo continua ad essere al centro della sua vita. Non più solo corse, per Ivan Basso, ma la pratica delle due ruote vissuta in tutte le sue mille sfaccettature con un punto che brilla in modo particolare : la sicurezza. "Mi sono innamorato della bicicletta sin da bambino, con la bicicletta ho tagliato traguardi bellissimi e ho imparato anche il valore della sconfitta. Per questo mi sono impegnato e mi impegno su più fronti nel campo della sicurezza : da una parte con progetti che possano insegnare ai bambini l’utilizzo più corretto di questo straordinario giocattolo a due ruote e dall’altra progetti che aiutino i ciclisti a vivere la strada nel modo migliore e a convivere con gli automobilisti".

 

 

Argomenti forti che richiedono un impegno concreto.


"Vivo da sempre a Cassano Magnago, tra Milano e Varese, in una zona molto trafficata, vicina a Malpensa: sento in maniera evidente l’importante di trovare spazi per chi pratica il ciclismo. Per questo quando il comune di Gallarate mi ha contattato, ho risposto in maniera entusiastica".

 

 

Ci racconti qualcosa di questi progetti ?


"Con il progetto "Usa la bici in sicurezza" abbiamo portato centoventi bambini a pedalare in una zona sicura, abbiamo insegnato loro ad indossare il casco, a usare correttamente le luci, a muoversi su un circuito. C’erano anche quattro bambini che non erano mai saliti in bicicletta : li abbiamo aiutati a farlo. Questo è un punto su cui riflettere : non è normale avere a che fare con un bambino che non sa andare in bicicletta...".

 

 

E per i più grandi ?


"Sempre con il comune di Gallarate abbiamo posizionato cartelli stradali che invitano gli automobilisti a rispettare la distanza di 1,5 metri quando sorpassano i ciclisti. Sono cartelli che il codice della strada ancora non prevede ma sono comunque utili per cercare di favorire il massimo rispetto reciproco tra automobilisti e ciclisti".

 

 

Avete stilato anche un decalogo.


"Sono consigli semplici e pratici, ma essenziali per una buona convivenza. Solo in Lombardia, nel triennio 2014-2016, la stima del costo sociale legato ai sinistri stradali, risulta di poco inferiore ai 9 miliardi di euro, di cui 1 riguarda i sinistri in bicicletta ha spiegato. Se in città si registra 1 morto ogni 100 incidenti, fuori città il numero è di quattro volte superiore. Sono numeri che non possiamo continuare ad accettare". Il progetto è stato avviato dopo una serie di incidenti che hanno avuto come vittime i ciclisti, con la voglia di fare qualcosa di utile per la comunità. Non è affatto semplice trovare una soluzione e perciò abbiano deciso di iniziare il nostro percorso spiegando come utilizzare la bicicletta senza correre rischi. Da qui è nato il decalogo trasformato in 44 cartelli posizionati lungo le principali arterie viabilistiche di Gallarate. Sono poi seguiti il BiciDay con la chiusura al traffico dell’intero centro cittadino; gli incontri con le scuole elementari; la tavola rotonda con la presenza di Gianni Bugno e di Marco Scarponi, fratello di Michele, e ora l’introduzione dei cartelli "salvaciclisti". Non pensiamo affatto di avere risolto il problema, ma il successo ottenuto da tutte le nostre proposte ci fa capire di essere sulla strada giusta".

 

 

Per la vostra campagna è arrivato anche un riconoscimento prestigioso attraverso le parole di  Roberto Antonio Sgalla, Direttore centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti speciali della Polizia di Stato.


"È vero. Le parole del prefetto Sgalla - "La campagna dell’amministrazione di Gallarate merita il mio plauso e quello di tutti : si tratta sicuramente di un esempio da seguire" sono state per noi un incentivo molto importante per continuare. Nessuno ha la bacchetta magica per assicurare la massima sicurezza a chi va in bici, ne parlo spesso con Alberto Contador : in Spagna c’è una grande mobilitazione in difesa dei ciclisti e si sta lavorando per arrivare ad una legge di stato. Tanto io quanto Alberto siamo convinti, comunque, che qualsiasi iniziativa possa essere importante e che anche piccoli gesti possano portare ad un miglioramento della situazione generale. Educazione, buon senso e rispetto del codice della strada e di tutti gli utenti, qualunque sia il mezzo che pilotano: queste devono essere le linee guida per far sì che tutti possano continuare a divertirsi in bicicletta, vale a dire con quel giocattolo che è capace di affascinare tutti".

 

 

 

 

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06/11/2018
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Ivan Basso consegna la “patente” a centoventi ragazzini di Gallarate

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Articolo di Roberto Morandi, Varesenews

 

 

Centoventi ragazzini "patentati", dopo il corso per muoversi in bicicletta in modo sicuro : è il momento conclusivo della prima edizione del progetto Usa la bici in sicurezza, promosso da Comune di Gallarate e Ivan Basso.

 

 

Il progetto punta sulla educazione e sensibilizzazione sia dei ciclisti che degli automobilisti (tramite un decalogo e i cartelli sulla distanza in fase di sorpasso), sulle giornate in bici ma anche sulla educazione delle giovane generazioni. Il momento conclusivo del percorso per la classe 1° media si è tenuto nel parcheggio della Decathlon di viale Milano, che ha fornito anche le biciclette B’Twin e gli accessori. "Abbiamo portato centoventi bambini a pedalare in un posto sicuro: imparano a usare il casco, a usare correttamente le luci, a muoversi su un circuito" spiega Ivan Basso. La Polizia Locale di Gallarate ha accompagnato i ragazzi sul percorso, che prevedeva – ad esempio – anche la simulazione di passaggi di pedoni sulle strisce pedonali.

 

L’introduzione all’uso della bici è in parte legato al rispetto delle norme, ma per molti è proprio un primo approccio con la bici: un dato che dice una certa distanza dal mezzo, certamente maggiore che in passato quando per qualunque ragazzino era normale usare una bici (anche per guadagnarsi un po’d i autonomia dai genitori). Una dinamica segnalata dallo stesso Basso: "Abbiamo notato che c’erano quattro bambini che non sapevano andare in bici, li abbiamo aiutati a farlo, tutti insieme.Altri lo facevano con difficoltà. Non è normale che un bambino non sappia andare in bicicletta: non si tratta di un allarme, ma di un punto su cui dobbiamo discutere. Saper andare in bici dovrebbe essere un risultato da ottenere, al pari di altri che si raggiungono a scuola".

 

 

 

 

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27/04/2018
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Il progetto #usalabiciclettainsicurezza promosso anche dalla Polizia

 

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Articolo di Roberto Morandi, Varesenews

 

 

Roberto Sgalla, direttore della Polizia Stradale, ospite a Gallarate, prima città ad adottare i cartelli "salvaciclisti" sul sorpasso a distanza di sicure.

  

"La campagna dell’amministrazione di Gallarate merita il mio plauso e quello di tutti: si tratta sicuramente di un esempio da seguire". Queste le parole di Roberto Antonio Sgalla, ovvero il Direttore centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti speciali della Polizia di Stato, che questa mattina è intervenuto in conclusione della conferenza stampa al Teatro Condominio, indetta dall’assessorato alla Sicurezza. "Non è così scontato che un Comune presti tutta questa attenzione e metta in campo i suoi sforzi per la sicurezza stradale".

 

Quella di oggi era l’occasione per presentare i cartelli "salvaciclisti" che Gallarate, come ha sottolineato il primo cittadino Andrea Cassani, è il primo Comune italiano ad adottare. "Per ora – ha specificato – non si tratta di segnali che gli utenti della strada sono obbligati a rispettare, ma di indicazioni che vengono date a chi percorre le nostre strade". "Il nostro – ha proseguito il sindaco di Gallarate – vuole essere un segnale preciso, di buon auspicio, in attesa che con la nuova legislatura la distanza del metro e mezzo tra mezzi a quattro ruote e biciclette diventi legge e vanga introdotta nel codice della strada" (è anche una delle richieste alla politica della Fiab, che con le sue sezioni locali sta seguendo con interesse il progetto gallaratese). Il sindaco ha fatto gli onori di casa, ringraziando le autorità intervenute, a partire dal prefetto di Varese Giorgio Zanzi e il questore Giovanni Pepè. Le due autorità hanno ringraziato per l’invito e hanno speso parole di apprezzamento nei confronti delle iniziative messe in campo a Gallarate a tutela deli utenti deboli della strada.

 

La conferenza, moderata da Pieraugusto Stagi (direttore di "Tuttubiciweb"), è entrata nel vivo con l’intervento di Ivan Basso, il due volte vincitore del Giro d’Italia e testimonial e ideatore, insieme all’assessore alla Sicurezza Francesca Caruso, della campagna #usalabiciclettainsicurezza. "Il progetto – ha spiegato Basso – è stato avviato dopo una serie di incidenti che hanno avuto come vittime i ciclisti, con la voglia di fare qualcosa di utile per la comunità. Non è affatto semplice trovare una soluzione e perciò abbiano deciso di iniziare il nostro percorso spiegando come utilizzare la bicicletta senza correre rischi. Da qui è nato il decalogo trasformato in 44 cartelli posizionati lungo le principali arterie viabilistiche di Gallarate. Sono poi seguiti il BiciDay con la chiusura al traffico dell’intero centrocittadino; il primo incontro con le scuole elementari (al quale seguiranno delle specifiche lezioni riservate agli alunni delle quarte); la tavola rotonda con la presenza di Gianni Bugno e del fratello di Michele Scarponi (Marco) e ora con l’introduzione dei cartelli "salvaciclisti". Ovvio, non pensiamo affatto di avere risolto il problema, ma il successo ottenuto da tutte le nostre proposte e la presenza oggi di tutte queste autorità, ci fa capire di essere sulla strada giusta. E dire che all’inizio del percorso qualcuno ci derideva e altri ci criticavano e continuano a farlo : ebbene, a queste persone dico di non limitarsi a scrivere sui social o a mandare lettere ai giornali, ma di venire da me o dall’assessore Caruso perché se hanno delle idee, utili alla causa, noi siamo le persone giuste per realizzarle".

 

Opinione condivisa da Renato Di Rocco (presidente della Federazione ciclistica italiana) che, impossibilitato ad intervenire di persona, ha voluta comunque essere presente con un messaggio, mettendo nero su bianco parole di stima e di incoraggiamento nei confronti dell’amministrazione cittadina : "Per questa giusta causa la Federazione intende svolgere un ruolo trainante con tutte le realtà istituzionali, sociali e culturali che condividono lo stesso obiettivo. Rinnovo perciò all’assessore Caruso i miei complimenti per la sua iniziativa, che pone al centro delle attenzioni la città di Gallarate per le buone pratiche messe in atto e le confermo il nostro convinto sostegno".

 

All’avvocato Patrich Rabaini è toccato il compito di illustrare il cartello del metro e mezzo di distanza, da lui definito "come un figlio". Ha ricordato la presentazione lo scorso 16 marzo del progetto di legge a Roma, aggiungendo che con il nuovo governo si tornerà alla carica. "Questi segnali sono una indicazione, servono a fare capire che bisogna mantenere una distanza di sicurezza tra i mezzi a quattro ruote e quelli a due ruote. E’ un avvertimento rivolto agli automobilisti e ai conducenti dei mezzi pesanti, ma con questo non si vuole scaricare la responsabilità degli incidenti solo su di loro. Anche i ciclisti hanno le loro responsabilità e quando passano con il rosso, procedono in contromano o pedalano affiancati, vanno sanzionati. Al comune di Gallarate va dato il grande merito di avere scommesso su questo campagna che, non a caso, si rivolge soprattutto ai ciclisti e poi va dato il secondo grande merito di avere introdotto i cartelli "salvaciclisti" : onore al sindaco Andrea Cassani e all’assessore Francesca Caruso".

 

E ovviamente anche a Ivan Basso, il cui impegno in prima persona nel progetto è uno dei motivi che ha spinto il prefetto Sgalla ad accettare l’invito a partecipare alla conferenza stampa. "Basso – ha detto – è sì un grande campione, ma soprattutto è una grandissima persona". Sgalla ha snocciolato i dati sugli incidenti mortali nel 2016 (3.283) evidenziato una crescita rispetto agli ultimi 17 anni nel corso dei quali questa dato era in miglioramento. "È ovvio – ha rimarcato – che a maggior ragione si debba intervenire con decisione e iniziative come quella di Gallarate contribuiscono a migliorare il livello di sicurezza sulle nostre strade. Il mio invito è ad andare avanti con questa opera di sensibilizzazione: c’è sempre chi prende la via della polemica, ma ciò non deve assolutamente fermare chi mette le proprie energie in campo".

 

 

 

 

 

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20/02/2018
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SICUREZZA. A Gallarate con Bugno, Basso e Marco Scarponi

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Articolo di Giulia De Maio, Tuttobiciweb

 

 

Ieri sera a Gallarate si è parlato di sicurezza stradale con una particolare attenzione per le due ruote con ospiti illustri. All'iniziativa promossa dalle autorità cittadine guidate dal sindaco Andrea Cassani e dall'assessore alla sicurezza Francesca Caruso, insieme a Ivan Basso hanno risposto presente Gianni Bugno, presidente dell'Associazione Ciclisti Internazionale (CPA) e Marco Scarponi, fratello di Michele Scarponi, tragicamente scomparso nella primavera scorsa per un incidente stradale, mentre si allenava sulle strade delle Marche.
Nella gremita Sala Arazzi del Maga (Museo Arte Gallarate) il direttore di tuttoBICI Pier Augusto Stagi ha moderato gli interventi dei vari relatori.

"Ho ricevuto tanto sia dal mio territorio che dalla bicicletta, che per me non è stato un semplice mezzo di lavoro ma è il gioco che più desideravo dai bambino come da adulto. Questo tipo di iniziativa mira a cambiare la mentalità della gente, a creare una cultura che porti a correre meno rischi per tutti gli utenti della strada. Siamo andati nelle scuole per insegnare ai ragazzi a usare le due ruote in modo responsabile" ha esordito Basso.

"Ho accettato volentieri l'invito di Ivan. Purtroppo ci sono troppo incidenti, Marco lo può testimoniare. Andrò controcorrente, ma sono sempre stato contrario alle piste ciclabili perchè vincolano chi pedala in aree limitanti in cui non c'è rispetto, ci sono passeggini, cani... Io non pedalo più, tornerò in bici quando ci sarà più rispetto per le bici e non si rischierà più la vita per una passeggiata" ha aggiunto Bugno.

"Al giorno d'oggi non è accettabile morire in strada. A Filottrano, a Firenze, a Gallarate, dovunque. Qui non c'entra il destino, non è giusto parlare di incidenti, si tratta di omicidi. C'è una colpa: alcool, droga, velocità troppo elevata, distrazione... La bicicletta è il mezzo che, nonostante tutto, resisterà mentre le macchine spariranno. Ci ammaliamo perchè non ci muoviamo. La bicicletta oltre che salute, è comunità, ci aiuta a relazionarci, mentre con l'auto perdiamo i nostri spazi di condivisione. La soluzione per il futuro è la bicicletta, ma in questo momento lo spazio della bici è uno spazio pericoloso. Bisogna a tutti i costi risolvere questo problema: parlarne è il primo fondamentale passo" ha detto dal canto suo Marco Scarponi.

"Sono convinto che la sicurezza stradale debba farsi parlando con la gente e mettendoci la faccia come sta facendo qui Ivan, come ha fatto Gianni venendo a Roma il 16 marzo a presentare il ddl "salvaciclisti" e come sta facendo in concreto il comune di Gallarate. I dati degli incidenti stradali sono allarmanti, non degni di uno stato civile come il nostro. L'anno scorso i ministri Lotti e Nencini hanno proposto un decreto legge al riguardo, ma è stato bloccato da Delrio in Senato. Confidiamo la norma sia portata avanti dalla prossima legislatura e nel frattempo ci auguriamo i comuni adottino il cartello del metro e mezzo come raccomandazione" ha concluso l'avvocato Patrich Rabaini, estensore del disegno di legge salvaciclisti.

L’incontro ha rappresentato l'ultima tappa della campagna per la sicurezza dei ciclisti #usalabiciclettainsicurezza lanciata dal Comune di Gallarate in collaborazione con Ivan Basso : nei mesi scorsi era già stato promosso il "decalogo", vale a dire dieci consigli per il corretto uso e rispetto della bici in strada, comparso sulle strade cittadine in forma di pannelli, e l'evento del BiciDay, a cui tra l'altro aveva partecipato Rino Gattuso, ospite della mattina in bici.

 

 

 

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17/01/2018
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