Ivan Basso : "Da gesti così arriva l'energia per ripartire"
Intervista di Luca Gialanella, Gazzetta Dello Sport
Pronti? Da domani si apre una nuova era. Si chiama Giro Legends ed è l’iniziativa firmata Gazzetta/Rcs Sport: una trentina di campioni del passato, da Cipollini a Bugno, da Fondriest al c.t. Cassani, da Basso a Garzelli e Gotti, pedaleranno dalle 11 sul finale della tappa di Vieste del Giro d’Italia, 37,4 km sui rulli, da casa, in salotto, in garage, grazie alla tecnologia Garmin/Tacx. App, Wi-fi, bluetooth, interattività, nuovo linguaggio: il mondo della bici vive un’altra dimensione. E con i big potranno correre, gratuitamente, tutti gli appassionati: obiettivo raccogliere fondi su "La Rete del Dono" per la Croce Rossa. Il grande cuore del ciclismo si muove compatto nella scia di Re Leone Cipollini, che ha spinto il movimento a un gesto importante per le migliaia di persone che soffrono e che fanno parte del grande pubblico di questo sport. La tappa di Vieste è il prologo del Giro Virtuale, che scatterà sabato 18 aprile: 7 tappe sino a domenica 10 maggio, con i campioni di oggi, le Leggende e i cicloamatori.
- Ivan Basso, che ne pensa?
"Una situazione straordinaria vive di gesti straordinari, e questo lo è. Il valore sociale del Giro Virtuale viene prima di tutto. Dobbiamo essere in tanti, mi affido alla coscienza dei nostri tifosi: venite e donate. Iniziative così sono energia per ripartire e dare morale alla gente. Noi sportivi sentiamo questo dovere, perché ciò che ci contraddistingue non sono le vittorie, ma le emozioni che abbiamo lasciato".
- Suo figlio Santiago corre: il ciclismo virtuale lo attira?
In maniera enorme. Rendere questo sport interattivo vuol dire farlo scoprire a chi è già un esperto di videogiochi, per esempio. I ragazzi hanno una straordinaria predisposizione al mondo digitale, si collegano tra loro con queste App e fanno allenamenti virtuali insieme, pedalano insieme anche in un momento in cui è vietato farlo su strada. Ed è un modo di superare la distanza sociale che c’è adesso, visto che i ragazzi non vanno a scuola".
- Lei come viveva i rulli?
"ll rullo è fatica e noia. Iniziative come queste di Giro Legends e Giro Virtual abbattono la noia. Ho sempre utilizzato molto i rulli. Prima in inverno quando c’era brutto tempo e non si poteva uscire, poi come parte integrante di preparazione e allenamento. Inconcepibile che un Under 23 non abbia a casa un rullo semplice, da poche centinaia di euro. Con i primi soldi da junior io comprai uno spin-trainer; da dilettante alla Zalf il primo Srm, poi il primo cardiofrequenzimetro. Investivo su me stesso, e credevo in questi strumenti".
- Ci fa qualche esempio?
"Ho dato fondo ai rulli toccando il limite. O al mattino a digiuno prima dell’uscita su strada, o come riscaldamento classico e defaticamento dopo l’allenamento: soprattutto per i lavori di forza e per la crono, dove puoi mantenere la posizione super-aerodinamica a potenze costanti. Siamo da ex, la sfida ce l’abbiamo sempre nel cuore: anche adesso, quando faccio il giro del lago di Varese sui rulli, voglio farlo sempre meglio del giorno prima".
- Lei e Contador guidate la Kometa-Xstra, team Continental con alcuni dei migliori talenti, come Fancellu. Come gestite i giovani in queste settimane senza uscite su strada?
"Non devi parlar loro molto, ma in modo chiaro e non generico. Uno di 18-19 anni, nel momento in cui sta iniziando ad avere degli obiettivi, si trova davanti il rischio di non correre. Tu chiedi “come stai?” e loro rispondono “tutto bene”, ma si capisce che non stanno bene. Si rischia di perdere tutto".
- Su quali aspetti insiste?
"Dico “durante la stagione, la mente va veloce e c’è poco tempo. Bene, adesso abbiamo tempo di prenderci cura di noi. Troviamo le carenze, mettiamole sul tavolo e risolviamole”. In queste settimane lavoriamo su fluidità di pedalata, flessibilità muscolare, esercizi per la schiena troppo rigida e gli addominali troppo molli, sulla potenza diversa delle gambe. Prima di spingere più watt, devi spingere bene quelli che hai, con un gesto tecnico migliore, perché così il corpo soffre meno e recupera di più. Faccio lezioni live con i corridori: la nostra forza è la squadra, loro ci vedono, io e Alberto, come compagni. Presto una sfida virtuale con due gruppi: uno guidato da Contador e l’altro da me". Chi vincerà?
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