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Matteo Moschetti : "Mio sogno ? diventare un corridore di classiche"

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Sito ufficiale Polartec-Kometa

 

 

La stagione di Matteo Moschetti (Milano, 1996) è eccezionale. Dopo la sua serie di sei successi, dopo i quali la Trek-Segafredo ha confermato la sua firma per la sua formazione World Tour per le prossime due stagioni, il corridore lombardo ha debuttato in Nazionale vincendo l'olandese ZLM Tour, quarto appuntamento della Coppa delle Nazioni UCI. Abbiamo chiacchierato con l'uomo veloce della Polartec-Kometa del suo passato, della sua vita quotidiana e anche del suo futuro. Un talento di 21 anni e un sorriso grande, fresco e contagioso.

 

 

- Matteo, sette vittorie finora in questa stagione. All'inizio dell'anno, pensavi che a questo punto avresti ottenuto così tanti successi ?

 

La verità è che quando è iniziato l'anno non immaginavo che ne sarebbero arrivati così tanti. Ma sono molto, molto felice e spero di continuare così.

 

 

- Come ti sei avvicinato quest’anno all’ inizio di stagione ?

 

Con il Centro Mapei Sport Center abbiamo programmato di arrivare al Giro d'Italia U23 in condizioni ottimali (la 41° edizione si terrà dal 7 al 17 giugno), ma senza perdere di vista l’inizio stagione ed essendo competitivi già nella prima gara, la Vuelta a Valencia.

 

 

- La tua prima vittoria dell’anno, inoltre, fu la prima vittoria continentale di Polartec-Kometa. Cosa hai provato in quella doppia circostanza ?

 

Per me è un grande piacere e un grande onore ottenere questa vittoria e questa coincidenza, che rimarrà sempre.

 

 

- La vittoria del  ZLM Tour con la Nazionale, contro avversari di grande potenziale, è la prima che è arrivata dopo la tua firma per la Trek-Segafredo. È una vittoria molto speciale, più speciale o sono tutte speciali ?

 

Sono tra quelli che pensano che tutte le vittorie siano speciali, perché ogni gara è diversa, difficile in sé. E vincere non è mai facile. Questa vittoria in Olanda è stata molto importante per la squadra Nazionale, perché ha ottenuto più punti nella classifica della Nations Cup, e anche per me perché è stata la mia prima vittoria con la maglia azzurra. Naturalmente, senza il supporto della Polartec-Kometa non sarebbe possibile andare con la Nazionale e questo è qualcosa per cui sono anche molto grato alla squadra.

 

 

- Il tuo talento di velocista è chiaro. Ti consideri un velocista puro o pensi di poter evolvere in un altro tipo di corridore ?

 

Non mi considero un puro velocista, anche se in questo momento lo sono. Non lo so, vedremo in futuro. Sarà molto più difficile competere con famosi velocisti come Mark Cavendish o Marcel Kittel, per citarne solo due. Spero di diventare un ciclista completo, su tutti i terreni, anche se devo migliorare in salita. La verità è che la velocità è la mia caratteristica principale, ma non so cosa accadrà in futuro. Mi piacerebbe essere un corridore di classiche. È il mio sogno.

 

 

- Chi è il velocista che ammiri di più, quello che ti piace di più ?

 

È una domanda difficile. Mi piacciono Mark Cavendish... e Peter Sagan.

 

 

- E nel ciclismo in generale, quale ciclista ammiri di più, quello che apprezzi di più ?

 

Il mio ciclista preferito è Gianni Bugno. Può sembrare strano, perché non gareggia più, ma l’ho visto tanto in video. I suoi mondiali... Era un grande corridore ed è anche una grande persona. Per me è un riferimento, un profilo che voglio seguire, per cercare di essere un ciclista simile.

 

 

- Matteo, raccontaci le tue abitudini di allenamento. Molta palestra ? Solo bici ? Su quali percorsi ti alleni ? Essendo milanese, hai molto traffico nella tua zona o vivi fuori ?

 

Fuori stagione, in inverno, lavoro molto in palestra. Novembre, dicembre, un po' in gennaio... Quando iniziano le gare lasciamo la palestra e ci alleniamo solo in bicicletta. Ogni giorno, con una pianificazione diversa. Non vivo nel centro di Milano, ma a circa 20 chilometri, al sud. Allenarsi qui non è facile perché, come in qualsiasi grande città, c’è molto traffico. E le salite più vicine sono a due ore di bicicletta. Ma mi piace dove vivo, non è male.

 

 

- Da velocista, ti piacciono le salite ? Ne hai una preferita, per i paesaggi, per la durezza, per i ricordi dell’infanzia ?

 

La salita non è una cosa che mi piace particolarmente. Durante l'allenamento non c'è molto problema, ma in gara soffro molto. Con la velocità, in gara, affrontare una salita è anche doloroso per me. Non essendo un scalatore in generale, e trovando sempre difficile qualsiasi salita, non ho nessuna salita speciale o che mi piaccia particolarmente.

 

 

- Abbiamo parlato del tuo arrivo nella squadra Polartec-Kometa. Come è stata la sua esperienza all'interno della squadra ?

 

Dopo aver vinto il campionato nazionale italiano lo scorso giugno, Ivan Basso mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto venire quest'anno. Non ho riflettuto molto, è stata una decisione molto facile. Stavo per venire in questa grande squadra. E la verità è che sono molto felice di aver preso questa decisione. È un'esperienza incredibile. Sono molto sorpreso dalla grande organizzazione della Polartec-Kometa, dalla passione di Alberto, Fran o Ivan, dall'avere uno staff molto impegnato che lavora per noi ogni secondo. Con i compagni di squadra il rapporto è molto buono, sono molto sorpreso del livello di tutti e penso che nei due grandi obiettivi della squadra, il Giro Baby e il Giro di Aosta, che sono due gare molto dure con tante montagne, la Polartec-Kometa farà molto, molto bene.

 

 

- Anche se il tuo futuro è alla Trek-Segafredo, questa stagione sei ancora con la Polartec-Kometa. Hai segnato un obiettivo nei tuoi ultimi mesi o vivrai giorno per giorno ?

 

La stagione, ovviamente, non è ancora finita. Abbiamo molte corse e molti obiettivi. Personalmente non ho un obiettivo prefissato, penso che tutte le gare siano importanti per me e per la squadra. Voglio mostrare il mio potenziale, ottenere buoni risultati e lasciare un grande ricordo di me qui. Penso che questo sarebbe il mio obiettivo migliore.

 

 

 

 

@IBdailyblog



19/04/2018
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